È immediato immaginare che in un contesto sfregiato dalla guerra alcuni valori e ideali vengano dimenticati o calpestati. Di certo, pensando al popolo curdo e agli orrori a cui è sottoposto, molti di noi non sospettano gli sforzi intrapresi per mantenere in vita l’uguaglianza, la democrazia e la speranza per un futuro sostenibile.
Il 4 dicembre 2019 Legambiente, CGIL, ANPI e ARCI hanno organizzato un incontro di riflessione sulla storia di questo popolo, a seguito dell’appello che le quattro associazioni hanno rivolto alle più alte cariche dello Stato lo scorso 9 ottobre:
<<[…] Chiediamo che si avvii immediatamente una forte e decisa azione diplomatica perché: cessino immediatamente le ostilità e si fermino le manovre di invasione del territorio siriano abitato storicamente dalla popolazione curda; si dia mandato senza esitazioni a una delegazione internazionale che garantisca in loco la fine delle ostilità, il rispetto dei confini, il diritto internazionale; si provveda all’invio di soccorsi per eventuali feriti; si apra una sessione di discussione dedicata, tanto nel Parlamento europeo quanto in quello italiano; si chieda che il caso sia messo con urgenza all’ordine del giorno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite>>1.
Con la presentazione del testo Curdi e del Reportage dal Rojava, fine di una democrazia, si è quindi voluto riportare l’attenzione su un dramma dei nostri giorni, che ha però perso risonanza mediatica. Grazie alla presenza degli autori delle due opere – rispettivamente, la scrittrice Antonella De Biasi e il giornalista di Rai News24 Martino Seniga – la conferenza ha rievocato le tappe cruciali della storia curda, ma anche le tradizioni e le peculiarità di questo popolo, oggi distribuito tra Turchia, Siria, Iraq ed Iran. Sono state ripercorse le orme del PKK, quell’organizzazione bollata come “terroristica” dall’attuale governo turco in quanto promotrice di iniziative progressiste, e dell’importante contributo delle milizie curde nella guerra contro l’ISIS.
Soprattutto però, la conferenza ha messo in luce la resilienza di questo popolo. Pur divisi internamente e perseguitati dai quattro Stati “ospitanti”, i Curdi hanno avuto la capacità di dare alle donne maggiore autonomia e peso politico (per esempio, ponendole alla guida di organi decisionali locali o di battaglioni delle milizie di autodifesa, certo non un piccolo traguardo nel quadro socio-culturale del Medio Oriente principalmente sunnita), mentre cercavano di promuovere progetti ecologisti come Make Rojava Green Again e organizzavano una particolare forma di democrazia fortemente legata alle singole realtà territoriali. Tutto questo in tempo di guerra all’ISIS e di bombardamenti turchi.
Il Reportage2 Martino Seniga ha esplorato la realtà del Rojava, regione settentrionale della Siria che ha guadagnato una certa autonomia a partire dal 2012 e, più tardi, dalla liberazione di quei territori dalla stretta del Califfato. Applicando i principi del confederalismo democratico, le popolazioni, che costituiscono un mosaico di etnie e tradizioni, convivono senza l’obiettivo di costituire uno Stato-nazionale; la costituzione democratica su cui si basa la loro organizzazione indica il decentramento, l’uguaglianza di genere, la tolleranza religiosa e la sostenibilità ambientale come principi cardine, principi che sono stati cancellati dalla ripresa delle offensive turche, che – alla pari di quelle siriane, iraniane ed irachene – mirano a sopprimere violentemente questa “minoranza” (la quale conta, complessivamente, 30-40 milioni di persone).
Oggi i bambini curdi sognano di diventare dottori o avvocati. Dottori, per curare i feriti sul campo di battaglia. Avvocati, per difendere chi viene ingiustamente identificato e processato come terrorista.
Nei cuori di questi bambini c’è la consapevolezza della drammaticità della situazione, dei rischi a cui i loro famigliari e loro stessi sono sottoposti. C’è però ancora la speranza di poter cambiare la situazione e di poter essere liberi dalla paura delle persecuzioni.
La speranza è anche di Legambiente, CGIL, ANPI e ARCI, che vogliono tenere acceso il dibattito e il circolo di informazioni, affinché le forze democratiche trovino la forza per reagire a questo attacco, attacco che mina non solo la sopravvivenza di una popolazione, ma anche quella dei valori illuministici di uguaglianza, libertà e fratellanza che costituiscono la culla della nostra civiltà.
Letture consigliate:
- Per approfondire la storia e la realtà contemporanea della popolazione curda: Curdi, di Antonella De Biasi, Giovanni Caputo, Kamal Chomani, Nicola Pedde Rosenberg&Sellier, 6 dicembre 2018
- Per approfondire le radici del confederalismo democratico e del municipalismo libertario: La prossima rivoluzione – Dalle assemblee popolari alla democrazia diretta, Murray Bookchi, BFS Edizioni, 1 gennaio 2018
Articolo di Camilla Bonardelli per Legambiente Valmarecchia